Essere genitore è un mestiere bello e altrettanto complesso. Per quanti consigli si possano ascoltare non esistono regole ben definite, manuali di istruzione o corsi in grado di preparare a 360° a questo compito.
Diventare madre e padre avviene direttamente sul campo, agendo, sbagliando, imparando dai propri errori, a volte ricorrendo al sostegno di esperti nel caso in cui vi siano difficoltà troppo elevate da fronteggiare da soli.
Ne consegue che il rapporto genitori-figli è quindi centrale nella vita di ogni individuo, a partire dall’infanzia fino all’età adulta.
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Il rapporto genitori-figli per la psicologia.
Per la psicologia la famiglia è il primissimo nucleo in cui l’individuo sperimenta il contatto con una rete sociale. Da qui si costruiscono strutture relazionali, la personalità, il rispetto dei ruoli, si sviluppano risorse cognitive ed emotive. All’interno del nucleo familiare quindi il rapporto genitori e figli è fondamentale e si sviluppa tra attaccamento e progressiva conquista di indipendenza.
Per un bambino i genitori rappresentano la guida e la protezione; inoltre non va mai sottovalutata la capacità del bambino di comprendere la realtà, a prescindere dall’età. Quando si instaurano sistemi educativi basati su inganno, senso di colpa o paura si cerca di risolvere problemi nel breve termine, ma non si sta facendo un buon investimento per lo sviluppo emotivo della persona. Si tratta in pratica di scorciatoie educative spesso preferite a onestà, amore e dialogo, percorsi sicuramente più lunghi e faticosi ma che nel lungo termine contribuiscono alla formazione di una personalità positiva e migliorano il rapporto genitori-figli.
Rapporto tra genitori e figli nell’adolescenza.
L’adolescenza è sicuramente una delle fasi più problematiche nello sviluppo di un individuo. In questo momento per il bambino che si appresta a diventare adulto la realtà può apparire sotto altre vesti, si possono sviluppare sentimenti e pensieri contrastanti non pienamente comprensibili, si può cadere in forme di alienazione e mancanza di autostima.
L’adolescenza è inoltre un momento di esplorazione, di nuova autonomia e di allontanamento dall’autorità e dalla figura dei genitori.
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Un percorso assolutamente normale ma che, se vissuto negativamente come distacco, perdita di contatto, improvvisa incapacità di comprendere ed essere compresi, può condurre ad ansia e depressione. Se fino ad un attimo prima madre e padre era il riferimento per tutto, improvvisamente le stesse persone appaiono degli estranei, come se non potessero più avere le risposte che si sta cercando: ecco che può crearsi allora una rottura del legame di fiducia incondizionata, per lasciare spazio a incertezza.
Anche i genitori sono disorientati da questa fase così particolare di cambiamento. Spesso, oltre ad accettare con difficoltà il cambiamento, ci si sente rifiutati ed esclusi dalla vita intima di quelli che fino a poco tempo prima erano i propri bambini.
I ragazzini diventano ribelli e riluttanti ad accettare le regole che vengono ora percepite come soffocanti, la madre e il padre non sono più al centro della vita dei figli, ora ci sono gli amici, le fidanzate o i fidanzati.
Come recuperare allora il rapporto genitori-figli? Sicuramente questa fase va accettata per quella che è, senza incrementare il controllo né ostentare amicizia a tutti i costi, che al contrario potrebbe allontanare l’adolescente che non desidera un approccio amicale forzato da parte di qualcuno che è e dovrebbe continuare a fare il genitore.
L’unica strada costruttiva è quella di lasciare ai figli lo spazio e il tempo per vivere e capire cosa gli sta accadendo, restando aperti al dialogo con dovuta vigilanza.
È bene che i ragazzi sappiano di potersi esprimere liberamente, senza eccessive imposizioni o costrizioni, sapendo che in caso di bisogno i genitori sono presenti.
La comunicazione: fondamentale per un buon rapporto genitori-figli.
Nel rapporto genitori-figli la comunicazione riveste da sempre un ruolo fondamentale. Sicuramente oggi, rispetto al passato, i genitori sono più propensi ad essere flessibili ed empatici con i figli, sebbene spesso le dinamiche e i problemi di interazioni restino gli stessi. Molti genitori vivono il loro ruolo nel timore di essere troppo severi o troppo permissivi, di viziare o non dare abbastanza attenzioni. I figli dal canto loro desidererebbero sempre avere rispetto e approvazione dei genitori, che a loro volta cercano di costruire il consenso e hanno paura di dire “no”.
L’unica via d’uscita, che è anche poi l’unica strategia realmente vincente, è la comunicazione funzionale tra figli e genitori: non una comunicazione a senso unico, ma un contenitore di reale ascolto e comprensione.
I problemi dei ragazzi non vanno sminuiti, si dovrebbe cercare di non lasciarsi andare a critiche o consigli prima di aver davvero ascoltato cosa hanno da dire. Un’altra soluzione può anche essere quella di richiedere un sostegno psicologico genitoriale per un confronto più professionale.
Inoltre con l’avvento di Internet e delle nuove tecnologie che propinano l’idea di essere sempre connessi e quindi presenti, quando invece l’isolamente è solamente camuffato, ai genitori è assolutamente richiesto di apprendere i linguaggi del web per sorvegliare i figli in un territorio facilmente disseminato di insidie e minacce.
Inoltre per una comunicazione realmente è necessario che vi sia dialogo, armonia, ascolto e accordo all’interno della coppia formata dai genitori, che sono chiamati ad educare fornendo regole e a dispensare amore.
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Rapporto genitori-figli in età adulta.
In una famiglia funzionale l’individuo, fin da bambino, viene amato e sostenuto nel suo sviluppo e nella sua crescita verso la conquista della propria indipendenza. Ogni persona costruisce quindi dentro di sé la propria personalità e la proiezione del partner con cui si legherà.
Il background educativo e domestico di ogni individuo ha ripercussioni quindi sulla futura vita di coppia. Nel caso in cui vi siano manifestazioni disfunzionali questo può dipendere dalla presenza eccessivamente invadente del genitore nell’esistenza dei figli ormai adulti o l’insicurezza di questi ultimi nell’affrontare il mondo può essere causata da ansia e incertezza ereditate fin dalla più tenera età.
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Di qualunque legame malato si tratti, è bene sottolineare che i figli non sono né una proprietà né una estensione dei genitori ed hanno il diritto di vivere la vita nel modo che ritengono giusto per loro.
Sicuramente per mantenere un buon rapporto con i genitori i figli adulti dovrebbero concedere il giusto spazio senza far percepire la distanza, creare confini senza trasmettere una sensazione di esclusione.
Una delle principali cause di litigio tra genitori e figli è il partner scelto come compagno di vita. In età adulta infatti, ad un certo punto il rapporto tra genitori e figli dovrebbe diventare paritario, ma purtroppo questo non accade quasi mai e solo quando i ruoli si capovolgono completamente perché i genitori sono ormai anziani.
Infine al giorno d’oggi uno dei motivi per cui il rapporto tra genitori e figli resta per troppo tempo acerbo e disfunzionale è anche la difficile realizzazione professionale delle persone. I nuovi adulti riescono a lasciare la casa dei genitori sempre più tardi, a volte per comodità e convenienza, molte altre per reale impossibilità economica. Questo congela i rapporti in una specie di tarda adolescenza, una situazione che poi si ripercuote anche nei rapporti con gli altri, nelle relazioni e nella capacità di essere autonomi.
Inoltre per una comunicazione realmente è necessario. realmente cosa? ci sono anche altri errori. se lo riguardi
Buongiorno Lorenzo, grazie per il suo commento. Se mi vuole indicare gli errori, provvederò senz’altro a correggere :-)