Quanto è importante riconoscere ed esprimere la rabbia in maniera efficace senza nuocere agli altri?
Le pagine di cronaca dei giornali e i telegiornali riportano sempre più di frequente episodi in cui la rabbia sfocia in una violenza incontrollabile, a volte addirittura con esito fatale. Sempre più spesso accade sul lavoro, in automobile, in famiglia, luogo d’elezione di prepotenze a cui pochi sono immuni. Ci siamo assuefatti a tal punto a questi episodi che a volte sembra che la rabbia possa diventare un’attenuante per i comportamenti più selvaggi. Invece si ha il dovere di controllarla, tanto la propria quanto quella degli altri.
È fondamentale conoscere la rabbia e imparare a disinnescarla perché è una reazione, a volte incontrollabile, di fronte alle piccole e grandi disavventure quotidiane che troppo spesso supera il limite dello sfogo. La rabbia ha sempre avuto un’importanza decisiva nelle vicende dell’uomo, come testimoniano miti, leggende e tradizioni religiose già agli arbori della civiltà.
Ma che cos’è davvero la rabbia?
La rabbia è un’emozione, cioè qualcosa che accade in rapporto a una situazione esterna e perciò assume un ruolo sociale.
La principale funzione del nostro sistema emotivo è quella di valutare costantemente ciò che accade intorno a noi in modo da poter reagire adeguatamente ricalibrando il nostro atteggiamento in rapporto al flusso di informazioni che ci arriva e preparandoci alla necessità di un’eventuale azione.
Contemporaneamente, con le emozioni comunichiamo le nostre intenzioni, spesso con maggiore intensità ed efficacia di quanto possano le parole.
Il linguaggio del viso e del corpo della persona arrabbiata è molto esplicito. I cambiamenti psicofisiologici sono quelli tipici dell’attivazione del sistema autonomo simpatico, come l’accelerazione del battito cardiaco, l’aumento della pressione arteriosa e dell’irrorazione dei vasi sanguigni periferici, l’aumento della tensione muscolare e della sudorazione.
Qual è la causa della rabbia?
Spesso tendiamo ad assegnare la responsabilità ad altri e a riconoscere la causa della nostra rabbia nel comportamento altrui o in cause esterne. Tuttavia la causa della rabbia va localizzata non fuori di noi, ma al nostro interno, cioè nel nostro modo di pensare.
Non è tanto il comportamento di un’altra persona ad innescare la rabbia, bensì il nostro bisogno. Quindi se riusciamo a connetterci ai nostri bisogni e ad esprimerli in modo assertivo, piuttosto che attraverso una reazione furibonda, forse le cose possono cambiare.
Con chi ci arrabbiamo?
Nella maggior parte dei casi indirizziamo la collera verso le persone che amiamo di più. Sono perciò coniugi, fidanzati, genitori e figli quelli che hanno il potere di farci arrabbiare anche perché riteniamo che il rapporto affettivo che abbiamo con loro ci permetta di perdere il controllo senza guastare irreparabilmente la relazione.
Nella concitazione del momento è facile però dire cose di cui ci si potrebbe pentire o peggio ancora manifestare comportamenti aggressivi o fare ricorso alla violenza come strumento per risolvere una questione.
L’omicidio entro le mura domestiche avviene principalmente al culmine di un’espressione di collera. In Italia si registrano due delitti ogni tre giorni commessi tra persone legate da vincoli affettivi.
Non c’è famiglia normale esente da conflitti perché ciascuno è diverso dall’altro per interessi, personalità, desideri, obiettivi. La principale distinzione tra una famiglia sana e una “malata” sta nel modo in cui vengono affrontati i conflitti, non sulla presenza o assenza di conflitti.
Come gestire la rabbia?
Esprimere la rabbia non è di base un’azione negativa, purché avvenga in modo costruttivo e non distruttivo.
Dietro la collera si nasconde sempre una sofferenza: arrabbiarsi sempre e comunque è un modo per disperdere energia e non guardare in faccia il dolore. Al contrario, affinché il proprio malcontento sia preso seriamente in considerazione è bene esprimerlo con la massima calma.
Innanzitutto occorre chiarirsi le idee, ascoltarsi, mettere a fuoco le cose da dire e gli argomenti da mettere in campo, in modo da imparare a controllare le cose, moderare e dosare l’emozione. Ecco alcuni step da seguire per gestire la rabbia:
- fermiamoci e respiriamo, evitiamo di incolpare o punire, meglio non parlare in questa fase;
- facciamo uno sforzo per individuare i pensieri che ci fanno arrabbiare;
- connettiamo quei pensieri ai bisogni che vi sono alla base;
- ora proviamo ad esprimere in maniera chiara e pacata le nostre esigenze e aspettative.