Come si forma la personalità di un bambino e come evolve con l’età? Indubbiamente il ruolo dei genitori o comunque delle figure che si occupano di accudire il nuovo nato sono centrali. Vediamo insieme come.
Il carattere del bambino. come si forma.
Appena viene al mondo il bambino mostra già una sua personalità: come ogni altro neonato si nutre, dorme e piange. Tuttavia il modo attraverso cui compie queste azioni è unico e appartiene solo a lui. Ad esempio vi sono bambini tranquilli che di fronte allo stimolo della fame reagiscono con timide proteste oppure vi sono bambini più esuberanti che strillano al primo disagio.
Queste sono le prime espressioni del temperamento di un nuovo nato, quelle che eredita come qualsiasi altra caratteristica fisica. Tuttavia è su questa struttura di base che intervengono i fattori ambientali e contestuali che possono sviluppare o spegnere alcuni aspetti della personalità.
La personalità del bambino quindi evolve in modo equilibrato e completo se i genitori riescono a comprendere e accettare da subito la sua indole promuovendone il suo sviluppo e soprattutto gli aspetti più autentici.
Viceversa se il bambino è costretto a rispondere alle aspettative dei genitori, anche molto contrarie alla sua personalità, se non viene capito e accettato proprio in virtù della sua diversità, avrà notevoli difficoltà a prendere coscienza di sé e delle sua attitudini.
Il figlio che è costretto ad una continua rincorsa a soddisfare esigenze altrui, a compiacere i desideri, detti e non detti, di un padre o di una madre che dettano regole secondo la propria personalità, finirà con il non trovarsi mai o si perderà, con la sensazione che nulla di quello che fa gli appartiene veramente.
Fasi di dipendenza e indipendenza dai genitori.
La crescita e la maturazione del bambino si sviluppa attraverso due fasi di dipendenza dai genitori, attaccamento e sostentamento, e due fasi di indipendenza dai genitori, esplorazione e comunicazione.
Fase di attaccamento.
Nella fase di attaccamento il bambino è totalmente dipendente dalla madre ed il contatto oculare e corporeo con lei è l’elemento primario fondamentale per la formazione del carattere.
In questa primissima fase il bambino sperimenta l’accettazione o il rifiuto, infatti si dice che per una crescita sana ed armonica occorre che venga anzitutto soddisfatto il suo diritto di esistere, cioè di essere accettato e accolto. Se privato del contatto materno, il bambino si sente rifiutato e questo può dare origine a molti problemi.
Fase di sostentamento.
La seconda fase dipendente è quella di sostentamento, un momento in cui il cibo e tutte le altre cure gli confermano o gli negano il diritto alla sicurezza.
Fase di esplorazione.
La terza fase ovvero quella di esplorazione coincide con il desiderio di libertà e indipendenza che si manifesta quando il bambino inizia ad esplorare l’ambiente da solo, quando inizia ad auto-affermarsi e mostra opposizione al volere dei genitori.
Fase di comunicazione.
Durante la fase della comunicazione il bambino sperimenta la sua capacità di entrare in contatto con i genitori e con gli altri con il linguaggio.
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La teoria interpersonale di Erikson nello sviluppo della personalità.
La teoria interpersonale di Erik Erikson si basa sul concetto di identità e si basa sull’idea che l’Io si configura come un’istanza psichica dotata con una propria organizzazione, in grado di mediare tra eventi esterni e realtà interna e di consolidare una personalità coerente e stabile nel tempo. In questo processo rivestono un’importanza fondamentale i diversi stadi dello sviluppo a partire dall’introiezione della figura materna. Vediamo quindi le principali fasi fino all’adolescenza, quando il ruolo dei genitori è ancora preponderante.
Fase 1 – Dalla nascita a 1 anno: fiducia.
Nella prima fase, ovvero quella incorporativa, il bambino esprime il bisogno di prendere ed incorporare per necessità di amore e sicurezza. Se l’ambiente è adeguato a rispondere a questi bisogni il bambino acquisirà fiducia, in caso contrario svilupperà un sentimento di sfiducia.
Fase 2 – Da 1 anno fino a 2/3 anni: senso di autonomia contro il senso di dubbio e vergogna.
In questa fase il bambino impara che le azioni di ritenere o eliminare dipendono dal proprio controllo: questo va dal funzionamento degli sfinteri a tutto il suo comportamento. Quindi ad esempio il bambino impara a prendere e lasciare gli oggetti, ad ubbidire o a fare opposizione alla madre.
Proprio in questa fase si inizia a sperimentare l’autonomia e la volontà se il contesto in cui il bambino vive è favorevole, mentre se le condizioni non sono adatte allo svilupparsi vi sarà spazio per l’insorgere di sentimenti come il dubbio e la vergogna.
Fase 3 – dai 3 anni fino a 4/5 anni: spirito d’iniziativa e superamento del senso di colpa.
Nella terza fase interviene nella vita emotiva del bambino anche il padre, emergendo in seguito la differenza sessuale e il complesso edipico. Come al solito, se il contesto incoraggia e comprende le curiosità del bambino e il processo di identificazione con il genitore dello stesso sesso, il bambino svilupperà un sano spirito d’iniziativa. In caso contrario si svilupperà il senso di colpa.
Fase 4 – dai 5 anni fino a 6/11 anni: senso d’industriosità e contro il senso d’inferiorità.
Per Erikson questa fase coincide con il momento della socializzazione, in cui il bambino impara a competere senza aggredire, a lavorare con gli altri e a cooperare. A seconda delle situazioni si può quindi sviluppare il senso d’industriosità o al contrario quello d’inferiorità.
Fase 5 – dalla pubertà all’adolescenza: acquisizione dell’identità
Siamo alle fasi della pubertà e dell’adolescenza, dove l’accrescimento fisico e lo sviluppo sessuale creano nell’adolescente nuovi attriti ed una frattura nel sentimento di continuità dell’individuo che non si riconosce più nella propria figura di bambino ma non ha ancora pienamente abbracciato una personalità adulta completa.
In questa fase si procede a conquistare l’identità, se l’ambiente sociale in cui il ragazzo vive gli fornisce l’occasione di sperimentare liberamente diversi ruoli. Se ciò non accade la persona si disperde nei vari ruoli, non trova il senso della propria continuità, vive nell’ambiguità e nell’insicurezza, si aliena, sviluppa intolleranza verso gli altri, si ribella e acquisirà un’identità negativa.