Nel corso dei secoli la religione, la letteratura, la filosofia, l’arte hanno cercato di dare una risposta all’interrogativo che l’uomo si è posto fin dall’origine dei tempi: che cos’è e come trovare la felicità.
Cos’è la felicità.
La felicità è quell’insieme di emozioni e sensazioni del corpo e dell’intelletto che procurano benessere e gioia in un momento più o meno lungo della nostra vita.
Questo stato di benessere ha ripercussioni a livello psicologico e fisiologico: infatti la felicità si accompagna ad un’attivazione generalizzata dell’organismo. E’ chiaro, infatti, che essendo l’uomo un’unità indissolubile di psiche-corpo-spirito si parla sempre di tutte le componenti che si influenzano tra di loro.
Per tentare di definire la felicità alcuni studiosi ricorrono alla componente emozionale, altri sottolineano l’aspetto cognitivo e riflessivo per potersi considerare pienamente soddisfatti della propria vita.
Le emozioni sono componenti fondamentali della nostra vita e al contrario della ragione spesso non sono controllabili e a volte ci spingono ad agire istintivamente e a dire o fare cose di cui possiamo pentirci. Le emozioni comunque ci fanno gustare la vita ed è proprio dalle emozioni che l’individuo spera di ricavare nuovi stimoli per la sua vita. L’uomo perciò ricerca soprattutto quelle emozioni che lo facciano star bene perché è dalla continua ricerca di quello stato emotivo di benessere chiamato felicità.
Secondo lo psicologo americano Martin Schigman ognuno di noi ha un livello ereditario di felicità costituzionale che incide per circa il 50% del nostro livello di felicità e su questo fattore non possiamo intervenire.
Esistono poi circostanze della nostra vita che incidono per il 10% del nostro livello complessivo di felicità quali vivere in un paese ricco e democratico, la fortuna di non vivere esperienze ed emozioni negative.
Altri fattori invece sono sotto il nostro controllo e i più importanti sono la nostra valutazione del passato, il nostro ottimismo davanti al futuro, la nostra felicità nel presente che dipende dalle gratificazioni e dai piaceri.
Le gratificazioni sono attività che ci fa piacere praticare, durano più a lungo dei piaceri, ci impegnano a fondo, ci prendono totalmente e ci fanno perdere la consapevolezza di noi stessi.
I piaceri sono sensazioni gradevoli che hanno componenti sensoriali e componente emotiva come ad esempio gioia, eccitazione, beatitudine, allegria, benessere. I piaceri sono fugaci perché il nostro organismo tende ad assuefarsi a essi e impegnano una minima attività di pensiero.
Come trovare la felicità?
Partendo dalla differenza tra gratificazione e piaceri, Schigman sostiene che per trovare la felicità è molto importante sviluppare le proprie potenzialità personali: questo consentirebbe di aumentare stabilmente quel 40% di componenti della felicità su cui possiamo agire.
Secondo Argyle inoltre la felicità è rappresentata da un senso generale di appagamento complessivo che può essere scomposto in termini di appagamento in aree specifiche quali la salute, il matrimonio, i rapporti sociali, il tempo libero, il lavoro, ecc. La felicità dipende anche dal numero e dalla intensità delle emozioni positive sperimentate dalla persona.
Ma che cosa succede dentro e fuori di noi quando siamo felici?
Secondo alcuni autori le sensazioni esperite con più frequenza dalle persone felici sono quelle di sentire con maggiore intensità le sensazioni corporee positive e con minore intensità la fatica fisica. Le persone felici si sentono più libere e spontanee, sono estroverse, hanno fiducia in se stesse, hanno una sensazione di controllo sulla propria persona e sul futuro.
La psicologia ci può aiutare a trovare la felicità?
In ambito psicologico ha fornito contributi innovativi a livello teorico e applicativo lo studio del benessere soggettivo di Selligman e Csikszentmihalyi nel movimento della Psicologia Positiva.
Questo studio mette in evidenza il ruolo fondamentale delle risorse e potenzialità dell’individuo nel trovare la felicità.
Non è detto, infatti, che un individuo che gode di buona salute, percepisce un discreto stipendio e vive in una bella casa sia felice. Ciò che emerge dalle ricerche degli ultimi anno è che gli indicatori oggettivi non sono sufficienti a garantire il benessere e la soddisfazione. La qualità della vita è un concetto relativo perché ogni individuo ne elabora un’interpretazione personale.
Trovare la felicità è un percorso personale e individuale: è ciò che l’individuo pensa, e non solo ciò che è, a determinare il suo benessere.
Emerge, quindi, una stretta correlazione tra la ricerca della felicità e la psicoterapia cognitiva che sostiene che siano proprio i nostri pensieri, le nostre credenze, i nostri schemi automatici a determinare il nostro modo di sentirci e di comportarci, e, in ultima analisi, a spiegare il disagio psicologico e il suo perpetrarsi nel tempo.
Non esistono dunque ricette uguali per tutti per raggiungere la felicità.
E’ opportuno ricercare la propria soddisfazione personale attraverso un’analisi più o meno approfondita, da soli o con uno psicoterapeuta, delle proprie convinzioni e dei propri pensieri che portano verso lo sviluppo e l’accrescimento della felicità.
La psicologia cognitiva in questo senso è molto utile perché rende consapevoli del proprio pensiero individuale e insegna ad apprendere se necessario uno stile di pensiero più funzionale al benessere.
Quindi come trovare la felicità? Se vuoi scopriamolo insieme: contattami per parlarne.